La neuroplasticità: cos’è e perché è importante

 

La neuroplasticità è un concetto rivoluzionario nel campo delle scienze motorie e delle neuroscienze.

E’ la capacità del cervello di cambiare e adattarsi in risposta a nuove esperienze, stimoli o lesioni (1). Il cervello si può rimodellare creando nuovi percorsi neurali e modificando quelli esistenti. Questo processo è alla base dell’apprendimento, della memoria e della riabilitazione dopo un infortunio (2).

Ha un ruolo cruciale nella gestione del dolore cronico, poiché il cervello è in grado di modificare le reti neurali (dette Neurotag) che gestiscono la percezione del dolore.

L’SNC impara il dolore come avviene nel dolore cronico. Attraverso specifici protocolli di allenmento brai based, è possibile ridurre la sensazione di dolore e migliorare la qualità della vita (3).

Gli effetti della neuroplasticità sulla gestione dello stress e sulla performance sono interessanti. Il cervello può imparare ad essere più resiliente allo stress. La performance degli atleti viene ottimizzata, sfruttando la capacità del cervello di apprendere e adattarsi rapidamente (4).

 

NeuroTraining: principi e metodologie

 

Il NeuroTraining è un approccio all’allenamento basato sulla neuroplasticità, che si concentra sull’ottimizzazione delle connessioni neurali per migliorare la funzione motoria, la postura, la mobilità e la gestione del dolore. Questa metodologia si basa su una serie di principi chiave (5):

 

1)La specificità: il cervello si adatta meglio agli stimoli specifici e mirati.

Nell’assessment iniziale registriamo i punti che hanno subito traumi che sono delle zone di accesso predilette per ricalibrare il sistema nervoso e abbassare le difese dello stesso. Non si lavorerà mai su un punto bersaglio (zona di dolore cronico o di scarsa mobilità) ma sempre agendo a livello periferico.

2)La ripetizione: la neuroplasticità è un processo che richiede tempo e impegno.

Per ottenere risultati duraturi, gli esercizi devono essere ripetuti regolarmente e con costanza. Questo è uno dei modi che il SNC utilizza per imparare. Gli esercizi, essendo molto brevi e facili da eseguire, richiedono quindi un’alta frequenza.

3)La progressione: gli esercizi devono essere adattati alle esigenze e alle capacità dell’individuo, con un aumento graduale della difficoltà e dell’intensità.

Dopo aver somministrato al corpo degli stimoli per un certo periodo di tempo, è necessario progredire e aumentare il grado di complessità per avere un adattamento in positivo.

4) La variabilità: variare gli esercizi e gli stimoli aiuta il cervello a generalizzare l’apprendimento e a trasferire le competenze acquisite ad altre situazioni.

Il cervello ama la variabilità che permette adattamenti neuroplastici migliori, evitare i plateau e battute di arresto, amplificando l’effetto della supercompensazione.

5) La motivazione: l’impegno emotivo e la motivazione sono essenziali per promuovere la neuroplasticità.

L’allenamento deve essere stimolante e coinvolgente per mantenere alta la motivazione. Con il giusto cocktail di acetilcolina, adrenalina e dopamina hanno inizio ai processi neuroplastici che si amplificano.

 

Applicazione della neuroplasticità nella gestione del dolore cronico

Nella gestione del dolore cronico, il NeuroTraining mira a “resettare” le reti neurali che gestiscono la percezione del dolore, riducendo la sensibilità al dolore e migliorando la tolleranza (6). Questo può essere raggiunto attraverso una combinazione di tecniche, tra cui:

Esercizi di mobilità e flessibilità: questi esercizi aiutano a migliorare la mobilità delle articolazioni e a ridurre la tensione muscolare, rimappano la corteccia motoria e sensitiva.  Il cervello si ricalibrai per controllare la periferia.

Tecniche di rilassamento e respirazione: l’apprendimento di queste aiuta a ridurre il dolore, modulando l’attività del sistema nervoso centrale (7). Il diaframma ha un importante influsso su tutta la regolazione del sistema simpatico e parasimpatico.

Esercizi di potenziamento muscolare: il rafforzamento dei muscoli che circondano le articolazioni dolorose può contribuire a ridurre il dolore e migliorare la funzionalità. Si ristabiliscono le corrette attivazioni muscolari sia in termini di contrazione muscolare vera e propria, sia in termini di timing di attivazione.

Feedback sensoriale e stimolazione nervosa: l’utilizzo di stimolazione elettrica, vibratoria e tattile può aiutare a ridurre la percezione del dolore attraverso il principio della “cancello” (Gate Control Theory) (8).

 

Applicazione della neuroplasticità nella gestione dello stress

 

La gestione dello stress attraverso il NeuroTraining si concentra sul miglioramento della resilienza e dell’adattabilità del cervello agli stimoli stressanti. Alcuni metodi utilizzati includono:

 

Mindfulness e meditazione(9)

 

Tecniche di rilassamento progressivo

 

Esercizi aerobici e di resistenza

 

Tecniche di respirazione e di condizionamento al freddo

 

Applicazione della neuroplasticità nell’ottimizzazione della performance

 

Per ottimizzare la performance, il NeuroTraining si concentra sull’adattamento e l’apprendimento rapido di nuove abilità motorie. Alcune strategie utilizzate sono:

 

-Esercizi di coordinazione e agilità

-Visualizzazione e immaginazione motoria (11)

-Allenamento multisensoriale (12)

-Esercizi di equilibrio e propriocezione

-Periodizzazione e programmazione

 

Implicazioni pratiche e future direzioni

 

L’ampia gamma di applicazioni della neuroplasticità nell’allenamento, dalla gestione del dolore cronico allo stress e all’ottimizzazione della performance, sottolinea l’importanza di integrare queste conoscenze nelle pratiche di allenamento e riabilitazione.

La neuroplasticità rappresenta una frontiera entusiasmante nel campo delle scienze motorie e dello sport, con un’enorme potenzialità per migliorare la vita delle persone affette da dolore cronico, stress e per ottimizzare la performance degli atleti.

Per quanto mi riguarda a me ha cambiato la vita e il mio modo di vedere le cose, cosa che sono riuscito a portare anche nella mia pratica quotidiana con i clienti.

 

 

Riferimenti

  1. Cramer, S.C., Sur, M., Dobkin, B.H., O’Brien, C., Sanger, T.D., Trojanowski, J.Q., Rumsey, J.M., Hicks, R., Cameron, J., Chen, D. and Chen, W.G., 2011. Harnessing neuroplasticity for clinical applications. Brain, 134(6), pp.1591-1609.
  2. Zatorre, R.J., Fields, R.D., and Johansen-Berg, H., 2012. Plasticity in gray and white: neuroimaging changes in brain structure during learning. Nature neuroscience, 15(4), pp.528-536.
  3. Moseley, G.L., and Flor, H., 2012. Targeting cortical representations in the treatment of chronic pain: a review. Neurorehabilitation and neural repair, 26(6), pp.646-652.
  4. Taubert, M., Draganski, B., Anwander, A., Müller, K., Horstmann, A., Villringer, A., and Ragert, P., 2010. Dynamic properties of human brain structure: learning-related changes in cortical areas and associated fiber connections. Journal of Neuroscience, 30(35), pp.11670-11677.
  5. Kleim, J.A., and Jones, T.A., 2008. Principles of experience-dependent neural plasticity: implications for rehabilitation after brain damage. Journal of Speech, Language, and Hearing Research, 51(1), pp.S225-S239.
  6. Nijs, J., Meeus, M., Cagnie, B., Roussel, N.A., Dolphens, M., Van Oosterwijck, J., and Danneels, L., 2014. A modern neuroscience approach to chronic spinal pain: combining pain neuroscience education with cognition-targeted motor control training. Physical Therapy, 94(5), pp.730-738.
  7. Zeidan, F., Martucci, K.T., Kraft, R.A., Gordon, N.S., McHaffie, J.G., and Coghill, R.C., 2011. Brain mechanisms supporting the modulation of pain by mindfulness meditation. Journal of Neuroscience, 31(14), pp.5540-5548.
  8. Melzack, R., and Wall, P.D., 1965. Pain mechanisms: a new theory. Science, 150(3699 ), pp.971-979.

 

  1. Tang, Y.Y., Hölzel, B.K., and Posner, M.I., 2015. The neuroscience of mindfulness meditation. Nature Reviews Neuroscience, 16(4), pp.213-225.

 

10.Cotman, C.W., and Berchtold, N.C., 2002. Exercise: a behavioral intervention to enhance brain health and plasticity. Trends in neurosciences, 25(6), pp.295-301.

 

  1. Guillot, A., and Collet, C., 2008. Construction of the motor imagery integrative model in sport: a review and theoretical investigation of motor imagery use. International Review of Sport and Exercise Psychology, 1(1), pp.31-44.

 

  1. Seitz, A.R., Kim, R., and Shams, L., 2006. Sound facilitates visual learning. Current Biology, 16(14), pp.1422-1427.