Cosa succede quando parliamo di abilità motorie e cervello?

Sommario:

La Columbia University ha scoperto che imparare nuove abilità motorie coinvolge più aree cerebrali di quanto immaginato in precedenza. Oltre al cervelletto e ai gangli della  base, anche il lobo temporale e la corteccia prefrontale si uniscono alla festa, cambiando le nostre idee sull’apprendimento motorio e sulle terapie per i disturbi del movimento.

Avete mai pensato a quanto sia complicato imparare a suonare un brano musicale o fare un salto mortale all’indietro? Bene, la Columbia University ha scoperto che il nostro cervello è più impegnato di quanto si pensasse quando si tratta di apprendere nuove abilità motorie.

Questa scoperta potrebbe aprire nuove porte per capire come il cervello apprende. Inoltre permetterebbe di sviluppare terapie più mirate per i disturbi del movimento.

Lo Studio riguardo le abilità motorie e il cervello  

I ricercatori, armati di una tecnica di imaging chiamata magnetoencefalografia (MEG), hanno studiato i circuiti cerebrali coinvolti nell’apprendimento motorio in soggetti umani.

I partecipanti allo studio dovevano imparare nuovi compiti e abilità motorie, come suonare un brano musicale su una tastiera, mentre la loro attività cerebrale veniva monitorata.

Un po’ come osservare il cervello mentre fa una partita a Tetris!

In passato, si pensava che l’apprendimento motorio fosse principalmente una questione di cervelletto e gangli della base.

I Risultati riguardo il rapporto tra abilità motorie e cervello

Tuttavia, i risultati dello studio hanno rivelato che anche altre regioni del cervello, come il lobo temporale e la corteccia prefrontale, si uniscono alla festa del processo di apprendimento motorio.

In particolare, il lobo temporale si occupa di elaborare le informazioni sensoriali e pianificare il movimento. La corteccia prefrontale si prende cura della memoria motoria e del monitoraggio delle prestazioni.

Insomma, il nostro cervello è come un’orchestra ben accordata, con ogni sezione che contribuisce al processo di apprendimento motorio.

Queste scoperte suggeriscono che il cervello utilizza una rete molto più ampia di aree cerebrali per imparare e perfezionare nuove abilità motorie rispetto a quanto si pensasse in precedenza.

Conclusioni

Questo potrebbe avere implicazioni per capire i meccanismi cerebrali che sottendono l’apprendimento motorio e potrebbe portare allo sviluppo di terapie più efficaci per i disturbi del movimento, come il morbo di Parkinson o la distonia.

I ricercatori sperano che questi risultati possano contribuire a sviluppare nuove strategie per la riabilitazione delle persone con difficoltà motorie e a migliorare l’efficacia delle terapie esistenti. Inoltre, la comprensione di come il cervello impara potrebbe avere implicazioni anche per l’educazione e lo sviluppo delle abilità motorie nei bambini.

Insomma, aiutarci a creare piccoli Mozart e campioni olimpici del futuro!

Le prospettive per il Futuro

In futuro, gli studiosi della Columbia University prevedono di continuare a studiare le interazioni tra le diverse aree cerebrali coinvolte nell’apprendimento motorio e di esplorare come queste interazioni possano essere modulate per migliorare l’apprendimento e la riabilitazione.

Uno degli obiettivi principali delle future ricerche sarà quello di individuare metodi per ottimizzare l’apprendimento motorio, adattandolo alle esigenze specifiche di ogni individuo. Magari un giorno potremo avere terapie su misura, come abiti da sartoria per il nostro cervello!

Inoltre, gli scienziati vorrebbero approfondire come fattori quali l’età, il sesso e la genetica influenzano l’apprendimento motorio e le interazioni tra le diverse aree cerebrali.

Questo potrebbe aiutare a identificare gruppi di persone che potrebbero trarre maggior beneficio da terapie specifiche o che potrebbero rispondere meglio a determinati approcci riabilitativi. Incredibile come il nostro cervello abbia tante sfaccettature come un diamante!

Un altro aspetto importante delle future ricerche sarà quello di esaminare come le aree cerebrali coinvolte nell’apprendimento motorio possano essere influenzate da interventi non invasivi, come la stimolazione cerebrale non invasiva o le terapie farmacologiche. Immaginate in un futuro non troppo lontano di dare una “carica” al nostro cervello per imparare a suonare il violino più velocemente (ricorda un po’ il film Matrix, non trovate?).

Altre Prospettive

Infine, sarà essenziale comprendere come le diverse aree cerebrali coinvolte nell’apprendimento motorio interagiscano con altre funzioni cognitive, come l’attenzione, la memoria e il controllo esecutivo.

Questa comprensione potrebbe aiutare gli scienziati a sviluppare interventi che mirano non solo a migliorare le abilità motorie, ma anche a potenziare altre funzioni cognitive che sono essenziali per il successo nell’apprendimento e nella vita quotidiana.

In sintesi, la scoperta che l’apprendimento motorio coinvolge un’ampia rete di aree cerebrali ha aperto nuove strade per la ricerca sul cervello. Ciò potrebbe portare a sviluppi significativi nella comprensione dei meccanismi dell’apprendimento e nella terapia dei disturbi del movimento.

Gli scienziati sperano che questi progressi possano migliorare la qualità della vita per le persone con difficoltà motorie e aiutare tutti a sviluppare e perfezionare le abilità motorie nel corso della vita.

Forse un giorno potremo tutti diventare abili ballerini, musicisti e atleti o semplicemente delle persone migliori,  grazie a queste scoperte!

qui trovate il link al Paper completo: https://www.eneuro.org/content/10/2/ENEURO.0011-23.2023