Long Covid e Brain Fog: un nuovo trattamento
Sommario: I ricercatori hanno identificato 2 farmaci ci approvati FDA che possono mitigare o persino eliminare la nebbia mentale associata all’infezione da COVID-19.
Fonte: Yale
Individui con long COVID, possono sperimentare sintomi che durano settimane, mesi o anche anni dopo una infezione virale acuta.
Mentre i sintomi variano molto, un punto in comune tra i pazienti è il “Brain Fog” ovvero la cosiddetta nebbia mentale. Un termine che indica deficit cognitivi persistenti, con un intaccamento delle funzioni esecutive e della memoria di lavoro
I long covid possono avere esperienza di una mancanza di chiarezza mentale, scarso focus e concentrazione, problemi di memoria, difficoltà col multitasking e altri compiti cognitivi.
Questa situazione può essere veramente debilitante, ma al momento non ci sono opzioni di trattamenti che sono stati approvati per questa condizione.
Nonostante il numero di campioni preso in esame sia molto piccolo per rendere definitivi i risultati, i ricercatori di Yale, grazie alla loro esperienza con due farmaci già esistenti, hanno pubblicato una prova iniziale che questi farmaci, somministrati insieme, possono mitigare o persino eliminare il Brain Fog.
La Guanfacina, (un farmaco per il deficit di attenzione e iperattività) sviluppata nel laboratorio di Amy Arnsten, PhD è stata approvata per il trattamento dalla FDA nel 2009, ma i medici l’hanno usata estensivamente anche per trattare disordini della corteccia prefrontale come il trauma cranico e il PTSD.
La Arnsten ha unito le forze con Arman Fesharaki-Zadeh, MD, PhD, assistente della cattedra di Psichiatria e Neurologia, che ha trattato pazienti con Long Covid con una combinazione di Guanfacina e N- Acetilcisteina (NAC)oltre ad antiossidanti usati per il trattamento del trauma cranico.
La terapia combinata ha avuto successo nell’eliminare la nebbia mentale dalla piccola coorte di pazienti.
Il grande vantaggio è che sono farmaci già disponibili e approvati, che possono essere prescritti dal medico se lo ritiene opportuno.
I ricercatori hanno pubblicato il lo caso studio su Neuroimmunology Reports del 25 Novembre.
Un’area del Cervello con proprietà uniche
La funzione esecutiva, la memoria di lavoro e la regolazione dell’attenzione sono portate avanti da un’area del cervello che si è evoluta recentemente chiamata Corteccia PreFrontale.
I circuiti neurali in questa regione sono più vulnerabili all’infiammazione, allo stress, afferma la Arnsten, che ha speso decenni nello studiare i circuiti dietro la Cognizione.
“I circuiti che generano le funzioni cognitive più elevate hanno bisogni molecolari speciali perché devono creare l’attività neurale senza alcuna stimolazione sensoriale, pensieri astratti e memorie , per esempio”, afferma.
“I neuroni devono generare e sostenere la propria attività da soli”. La Arnsten spiega che i fattori infiammatori possono interferire con questi bisogni molecolari e che inibiscono l’abilità di funzionare dei circuiti. Quindi in questo modo si crea la “Nebbia Mentale”.
La Guanfacina, una dei due farmaci testati in questo trial, è progettata per rinforzare le connessioni della corteccia prefrontale e protegge contro l’infiammazione e lo stress.
Nonostante è stata sviluppata originariamente per il trattamento del deficit di attenzione, è stata usata per trattare altre condizioni associate con disfunzione della corteccia prefrontale.
E gli studi mostrano che questa sostanza è veramente efficace nel riparare le funzioni esecutive e mnemoniche.
La NAC, il secondo farmaco, è un forte antiossidante e anti-infiammatorio che viene usato per trattare questa regione neurale.
Fesharaki-Zadeh è un neuroscienziato clinico con interessi in particolare nel Trauma Cranico e nel PTSD che ha trattato i suoi pazienti con successo con una combinazione di Guanfacina e NAC per anni.
Dopo aver lavorato con il suo primo paziente con Long Covid nel Giugno del 2020 si è interessato riguardo al trattamento del Brain Fog post COVID.
“I ho idea di approcciare il trattamento da due punti di vista differenti: modificando il pathway pro infiammatorio e pro ossidativo con il NAC e trattando gli strascichi neurocognitivi post Covid che impattano sulle funzioni esecutive con la Guanfacina.
“L’attacco è quindi un approccio multi modello che prende vantaggio dalla relazione sinergica tra NAC e Guanfacina.”
Guanfacina e NAC Eliminano il Long COVID Brain Fog
Trattando il suo primo caso di Long Covid, Fesharaki-Zadeh ha riconosciuto dei punti in comune tra la nebbia mentale che fronteggiava il suo paziente e i sintomi dei pazienti con trauma post concussivo.
Quindi ha iniziato con la somministrazione di NAC, usato comunemente per i sintomi post concussione, e ha notato benefici parziali nell’energia e nella memoria.
Incoraggiato da tali effetti, ha provato ad aggiungere la Guanfacina e ha notato un miglioramento marcato.
Da allora, Fesharaki-Zadeh ha trattato 12 pazienti che erano affetti da brain fog post covid, con questo regime.
Ha istruito i pazienti ad assumente 1 mg di guanfacina prima di coricarsi ,e se ben tollerato, di aumnentare il dosaggio a 2 mg dopo un mese. I pazienti assumevano anche 600mg di NAC una volta al giorno.
8 pazienti hanno riportato benefici sostanziali, incluso un miglioramento della memoria, delle skill organizzative e l’abilità di multitasking. Per alcuni il brain fog si è risolto completamente e sono stati in grado di riprendere le loro normali attività.
2 pazienti erano indisponibili pe ril follow up, e altri 2 hanno seguito la terapia in maniera discontinua a causa degli effetti collaterali inclusi la pressione bassa e la secchezza delle fauci.
Da allora, i ricercatori hanno modificato il regime passando da una forma di guanfacina a rilascio immediato a una forma a rilascio graduale che ha permesso di ridurre gli effetti collaterali.
Una speranza per i pazienti Long COVID
Da quando i pazienti trovavano miglioramenti uno dopo l’altro, Fesharaki-Zadeh si è entusiasmato. Per molti pazienti questo è stato il primo trattamento di successo nell’alleviare i loro sintomi da nebbia mentale.
I ricercatori sperano che il loro caso studio porterà a creare dei trial clinici con confronto con placebo e con una campione più ampio di pazienti.
Ma fortunatamente questi farmaci sono già approvati e testati e per i pazienti long covid che ne hanno bisogno potrebbero chiedere al medico di fiducia.
Inoltre sperano che questo protocollo possa essere utile per altri gruppi di pazienti con altre problematiche. Il long COVID non è l’unica sindrome post virale che causa nebbia mentale, un esempio sono i malati di malattia di Lyme, encefalomielite mialgica, sindrome da fatica cronica che possono sperimentare anche effetti debilitanti sui compiti cognitivi. Il trattamento può essere inoltre utile per altre patologie infiammatorie. Si è notato anche un miglioramento nei pazienti con sclerosi multipla che avevano problemi di memoria e cognitivi.